Francesca quest’anno frequenterà l’ultimo anno della scuola primaria del comune di Elva, Francesca non ha compagni di scuola e le classi inferiori si sono esaurite negli anni, l’unica sua compagna è la maestra e l’unica allieva della maestra è Francesca.
Elva si trova nelle Alpi occitane in una posizione molto isolata, lontana dalle principali vie di comunicazione della Valle Maira, un piccolo villaggio a 1700 metri di altitudine, la cui sopravvivenza è legata all’allevamento del bestiame, all’agricoltura e ad un fugace turismo estivo.
Come tutti i paesi di montagna, ha subito le conseguenze dello spopolamento degli anni Sessanta, oggi conta appena sette famiglie contro i 1.300 abitanti di inizio Novecento.
L'anno prossimo la scuola chiuderà i battenti con l'ultimo esodo, quello di Francesca, la quale dovrà scendere in bassa valle a frequentare il collegio della scuola media di Stroppo. Un ultimo anno, quello di Francesca prima di inserirsi in una società contemporanea.
In quest'ultimo anno Francesca vive la sua quotidianità come se fosse l'ultima, non riesce ad immaginare un universo diverso da quello di Elva, la sua vita presto cambierà radicalmente ma non sa come. Giorno dopo giorno assapora e vive a fondo il reale che la circonda. Ricerca e vive il contatto con la madre attraverso la campagna e i suoi ritmi, osserva e ammira il padre nei suoi lavori, apprende e passeggia con il suo maestro di vita, Franco. Un uomo sulla sessantina, dai tratti gentili, acuto osservatore e amante di storia, si prende cura del suo paese come se fosse la propria casa, conosce tutto e tutti. In quest'ultimo anno sta scrivendo un libro sui costumi e le abitudini della sua borgata. Si rivela in perfetta armonia con Francesca, spesso trascorrono interi pomeriggi insieme, con lui Francesca apprende le storie del passato, della montagna, i nomi dei fiori dei luoghi.
Franco diventa un perno centrale all'interno del racconto e rivelatore di realtà alpina. I codici linguistici del documentario assumono differenti valenze a seconda del contesto. Durante le lezioni in aula si parla esclusivamente l’italiano, fuori dalla scuola, per le strade e in casa si parla l’occitano.
Gli abitanti di Elva, fungono da coro. La loro realtà, il loro forte e radicato rapporto con la terra non dipende da una scelta di vita ma è piuttosto una condizione. Il film s’interroga su tale universo e risponde con un tempo dilatato, nel quale lo spettatore trova le risposte. I gesti sono essenziali, tutto è lasciato all’osservazione e al ritmo naturale.